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al testo di Amina Narimi
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Dal sentiero alla sorgente luminosa è buio come dentro la foresta eppure, nella pausa del respiro se carezzo i rami di nepente come liuti, per poterti rivedere, mi sollevi con la voce sulla soglia -tra le braccia profumate con qualcosa da riempire al crocevia dei nostri sguardi- passati per le mani, uno ad uno- con la strato terminale della pelle dell'anima che fai vibrare in aria- l'alef che soffia e incide lentamente il primo suono venuto sulla terra- con tutte le sorelle che danzando giungono a due luci, nella notte [ non puoi nemmeno sentirle mormorare tanto son sottili le distanze dei volti degli assenti, le iniziali, col moto delle mani verso oriente: annunciano che batte un cuore in corsa, ebbre di mistero innamorate ] canteremo sulle pietre per ciascuna la scintilla che rivive dentro il nome di una splendida parola, sulla lingua se questo è un segno, è chiara la corona tra i capelli, la forza del signore che tu sei, lo sposo e l'increato insieme il grido che rilanci ad occhi chiusi e le radici, che non separi dagli uccelli, prima che il sole sorga, per volare, dal sentiero, alla sorgente luminosa |
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